Segni di eliminazione durante il digiuno
Raggruppiamo qui i segni facilmente riconoscibili da
qualunque osservatore e che sono pressoché costanti. Sono, in genere, considerati
una conseguenza dell’intensificazione dei processi di eliminazione e
dell’eufisiologia del digiuno: questa opinione è sicuramente fondata, tanto è
vero che essi sono tanto più marcati quanto maggiori sono gli accumuli tossici
del digiunante. Presentano questo andamento generale: si intensificano
rapidamente nei primi giorni di digiuno poi, raggiunto l’acme, cominciano
lentamente a regredire.
I principali segni obiettivi sono: la lingua impatinata,
l’alito cattivo (che si associano al segno soggettivo di cattivo sapore in
bocca), sudore sgradevole, urine cariche e maleodoranti.
La conferma dell’attiva eliminazione di sostanze tossiche
accumulate nell’organismo è data, tra l’altro, dalla percezione nei materiali
organici (urine, saliva, alito, sudore, secrezioni ecc.) dell’odore tipico di
alcuni farmaci il cui uso può risalire anche ad anni precedenti.
La scomparsa dei segni di eliminazione viene messa in
relazione con il completamento della depurazione e, insieme al ritorno della
fame, segnala l’opportunità della ripresa alimentare.
La funzione intestinale ha un andamento diverso rispetto a
quello degli altri organi emuntori (reni, pelle, polmoni), almeno
apparentemente: infatti non si intensifica, anzi diminuisce e spesso si
arresta. Questo non vuol dire che non vi sia eliminazione anche a carico delle
mucose intestinali: le tossine si riversano attivamente nel lume intestinale,
tuttavia le feci sono scarse perché mancano i residui alimentari. Anche la motilità
intestinale è diminuita per riduzione degli stimoli a causa dello scarso
contenuto intestinale, e pertanto le deiezioni vengono lentamente spinte verso
l’ultimo tratto intestinale e quivi possono rimanere anche per tutta la durata
del digiuno, fino alla ripresa dell’alimentazione. Molti autori consigliano
pertanto di rimuovere queste feci cariche di scorie, per evitarne il
riassorbimento, attraverso clisteri, lavaggi intestinali, lassativi, purganti.
Le urine, ad esempio, possono tornare
cariche qualche giorno dopo un primo schiarimento ed il fatto si può ripetere
più volte nel corso di un lungo digiuno. Questa irregolarità complica già
l’interpretazione dei singoli segni, ed
essi possono essere sfasati tra di loro ( e con il ritorno della fame).
A causa dell’incertezza della valutazione anche chi ha
grande esperienza può essere indotto in errore se si affida come unico criterio
di valutazione a questi segni, conil rischio di protrarre eccessivamente il
digiuno.
In modo particolare è lenta la pulizia della lingua. Questo
processo ha un andamento forse più costante e tipico degli altri: nel corso dei
primi tre, quatto giorni si forma una densa patina che varia di poco nei due,
tre giorni successivi, e poi comincia a regredire iniziando dalla punta della
lingua e proseguendo a ritroso. É agevole e frequente ottenere l’estensione di
questo processo fino a metà, 3/4 di lingua ( i
digiuni più lunghi hanno avuto in passato la durata di 31
giorni, attualmente è preferibile non superare le tre settimane) non si è mai ottenuta
una pulizia completa della lingua e dubitiamo che questa si sarebbe potuta
realizzare con digiuni più lunghi: infatti ad un certo punto il processo di
pulizia si arrestava e l’estremità posteriore della lingua tendeva a mantenere
il suo aspetto patinoso, a volte addirittura ad intensificarlo).
Siamo pertanto convinti che la lingua pulita, l’alito buono
insieme al buon sapore in bocca, le urine limpide, gli occhi luminosi, la pelle
ripulita sono dei punti di riferimento ideali, verso cui tendere, ma che ben
difficilmente potranno essere raggiunti all’unisono, insieme al ritorno della
fame: questo criterio perseguito rigidamente e senza buon senso può creare anzi
notevoli difficoltà.
È già un buon risultato portare il digiuno fino al punto in
cui ciascun segno ha superato la sua massima intensità ed ha iniziato una
prima regressione.
Le persone in ottima salute, che conducono una vita
igienica, presentano i segni assai attenuati, a volte
quasi assenti, dal momento che l’integrità del loro organismo non richiede
profondi rimaneggiamenti: ciò non deve far considerare negativamente la
presenza di intensi segni di eliminazione, che sono anzi espressione, quando
presenti, di buona reattività e vitalità dell’organismo nel mettere in
atto modificazioni vantaggiose.