METABOLISMO E BIOCHIMICA
Durante il digiuno il corpo
attinge alle sue riserve di grasso, proteine, glicogeno (queste
ultime assai scarse, come vedremo) vitamine e sali minerali.
“L’intelligenza somatica” è in grado di distinguere le diverse
componenti dell'organismo e di far sopravvivere quelle indispensabili
alla vita a spese di quelle non necessarie o superflue o addirittura
dannose. La perdita di peso durante il digiuno è infatti un processo
guidato con precisione e questo è stato sottolineato da numerosi
ricercatori.
Riportiamo le parole dello
Starling, testo classico di fisiologia: (nel digiuno) "Quegli
organi che sono più necessari al mantenimento della vita, il
cervello, il cuore, i muscoli respiratori, subiscono una ben piccola
perdita di peso. Degli altri tessuti, il grasso, che è puramente una
riserva, viene usato per primo e durante il digiuno può venire
consumato il 97% del grasso totale del corpo. L'azoto necessario per
l'organismo sembra sia fornito principalmente a spese dei muscoli e
delle ghiandole. In alcuni tessuti, per esempio il fegato ed il
pancreas, si può constatare un evidente impicciolimento delle
cellule. Possiamo supporre che durante il digiuno tutti i tessuti
subiscano un lento processo di autolisi con versamento dei prodotti
di questa nel sangue, e che i tessuti attivi assumono il materiale
liberato da tutte le altre cellule del corpo, in modo da mantenere il
loro peso a spese di tutte le altre.
CONSUMO DI PROTEINE, GRASSI,
GLUCIDI
Dalla quantità di azoto nelle
urine, come è noto, si può risalire al consumo proteico, mentre
dalla quantità totale di anidride carbonica si può calcolare il
consumo dei grassi e dei glucidi, conoscendo il quoziente
respiratorio.
Valutando la perdita di azoto
in Succi si può vedere che in generale il consumo giornaliero delle
proteine è andato gradualmente diminuendo (sempre più lentamente).
Il perturbamento di questo andamento ad es. al 13° o al 25° giorno,
dipendono da variazioni esterne: variazione di attività fisica,
assunzione di peptone ecc. Notiamo inoltre che il consumo proteico,
pur diminuendo, non raggiunge quei valori assai ridotti.
Mentre il consumo proteico va
diminuendo dal principio alla fine del digiuno, il consumo del grasso
si mantiene pressoché uguale durante tutto il periodo
dell'inanizione o diminuisce di poco.
Altri ricercatori hanno
riscontrato sia su animali che su uomini un quasi costante aumento
dell'eliminazione dell'azoto nei primi 2-3 giorni.
Recentemente si è compreso il
motivo di questo aumento della eliminazione di azoto e quindi di
consumo proteico nei primi giorni e la successiva diminuzione.
Essa ha una spiegazione più
complessa ed un significato di maggiore portata rispetto alla
spiegazione riferita da Luciani e da lui attribuita al Voit: nei
primi 2-3 giorni si consumano le proteine circolanti nel sangue che
sarebbero più facilmente combustibili delle proteine organizzate e
quindi metabolizzate con maggiore rapidità.
Come vedremo l’aumento
iniziale della eliminazione di azoto, e quindi del catabolismo
proteico, è da imputare al rapido consumo delle riserve glucidiche
che comporta inizialmente, quando l’organismo non si è ancora
adattato al digiuno con opportuni adattamenti biochimici, una
notevole neosintesi di glucosio, necessario soprattutto come fonte
energetica del sistema nervoso: la neosintesi glucidica determina un
notevole consumo proteico che si ridurrà rapidamente a livelli
minimi quando il sistema nervoso comincerà ad utilizzare i corpi
chetonici al posto del glucosio, in genere entro la prima settimana
di digiuno. (Vedi: Trasformazione durante il digiuno)