La durata del digiuno terapeutico
La durata ideale di un digiuno è un parametro che può essere stabilito solo individualmente, tenendo conto di numerosi fattori: patologia, entità delle riserve, condizioni generali, aspetti psicologici e altri fattori contingenti.
1) Fase depurativa dei liquidi circolanti (sangue e linfa). Si svolge all’incirca nell’arco della prima settimana, con l’iniziale aumento dei processi di eliminazione.
2) Fase depurativa tessutale. Avviene nella seconda settimana e nella terza, ed è caratterizzata dal miglioramento dei tessuti con il protrarsi dell’intensa eliminazione.
3) Fase dei cambiamenti organici. Si attiva dalla seconda settimana, continua e si intensifica nelle successive, per tutto il periodo del digiuno terapeutico.
E’ caratterizzata dai profondi cambiamenti protoplasmatici comportati dall’attivazione del sistema immunitario che determina, fra l’altro l’autolisi di rigenerazione e di difesa. Mentre un digiuno di una settimana é sufficiente come misura igienica e in caso di malattie acute (digiuno depurativo dei liquidi), per ottenere benefici significativi in forme patologiche croniche é necessario protrarre il digiuno fino alla seconda (digiuno depurativo tessutale) e alla terza settimana (digiuno dei cambiamenti organici) nelle forme degenerative.
Tre settimane di digiuno sono da considerare il periodo minimo adeguato per ottenere profondi cambiamenti a livello cellulare. Spesso, per vari motivi, non è possibile effettuare digiuni così lunghi: in questi casi si può sostituire ad un unico lungo digiuno una serie di digiuni successivi. In alcuni casi è possibile o addirittura consigliabile sostituire al digiuno completo il digiuno attenuato.