La Fame
Nei primi due tre giorni di digiuno la fame viene in genere avvertita con intensitá variabile: è questa la fase iniziale di transizione, in cui il corpo avverte il brusco cambiamento e non é ancora avvenuto l’adattamento alla nuova condizione fisiologica.
Nei giorni successivi la fame tende in genere a scemare e a scomparire del tutto e sono rarissimi i digiunanti che affermano di continuare ad avvertirla in modo intenso e costante.
In soggetti che hanno un rapporto problematico col cibo puó permanere un senso di mancanza, di vuoto, espressione di dipendenza psichica che non puo’ definirsi fame, tanto piú che spesso é associata a disgusto e repulsione per gli alimenti: piuttosto si avvertono le carenze interiori, le insoddisfazioni, le frustrazioni che prima venivano nascoste e sedate dal cibo il quale spesso svolge in modo rilevante un ruolo suppletivo, mai del tutto assente.
Questo spiega come in molti digiunanti, pur in assenza di desiderio di cibo e di altri segni psichici di dipendenza, il cibo diventi tema di sogni e fantasticherie o l’argomento di conversazione.
È importante riflettere ed elaborare questi aspetti psichici per raggiungere un rapporto piu’ equilibrato col cibo e durante i digiuni di gruppo sono fondamentali a questo fine gli incontri sul vissuto dell’esperienza.
La vera fame viene cosí descritta: é una sensazione piacevole, si sente in bocca acquolina e non é collegata a sensazioni moleste come crampi allo stomaco, senso di vuoto, languore ecc…; non é legata a voglie particolari o strane ed aumenta col passare del tempo.
La falsa fame è invece caratterizzata da malesseri, voglie, ed é in genere fugace. Un criterio per distinguere la vera dalla falsa fame secondo alcuni igienisti sarebbe quello di attendere una o due ore prima di soddisfarla.